Ozonoterapia Veterinaria

A cura del Dott. Luppi Mario (Parma)

L’OZONO IN MEDICINA VETERINARIA

EMOTERAPIA OZONIZZATA PER IL TRATTAMENTO
DI ALCUNE ARTERIOPATIE ISCHEMICHE DEL CAVALLO
(OSTEITE NAVICOLARE, TROMBOSI DELL’ A. ILIACA EST.)
Istituto di Clinica Chirurgica Veterinaria, Università di Parma
Pezzoli G., Poldi specialista in Fisiochinesiterapia della Università di Parma,
Valeriani P. veterinario Libero Professionista di Reggio Emilia, Ciamponi R.

L’Ozono è un gas naturale presente in vari strati dell’atmosfera, al quale si attribuiscono molti effetti importanti, sia di natura fisico-chimica che biochimica.
Primo fra tutti il potere di assorbimento dei raggi U.V. solari che ne fa un componente atmosferico di utilità essenziale per la vita organica sulla terra.
A livello biochimico l’azione dell’ozono si esercita direttamente sui coenzimi e sulle sostanze organiche, estricandosi poi sulle tre linee fondamentali del metabolismo: lipidico, glucidico e protidico.
Queste diverse interazioni dell’ozono con il metabolismo determinano varie reazioni a livello ematico, con effetti diversi sia sulla parte corpuscolata che sul plasma.
Particolarmente importante è l’effetto sugli eritrociti, sui quali l’ozono provoca un processo di ossidazione (periossidazione) con un aumento della carica negativa della membrana eritrocitaria.
Inoltre l’accorciamento delle catene lipidiche, sempre a questo livello, ha come conseguenza un fenomeno di “rilasciamento” della struttura molecolare della membrana. Tale rilasciamento, associato all’aumento della carica negativa, ha una notevole influenza sulla viscosità ematica.
L’ozono oltrechè sulla membrana, agisce sul metabolismo intracellulare degli eritrociti, in particolare accellerando la glicolisi per ossidazione del coenzima NADH. Ciò comporta una maggiore produzione di 1.3 difostogli cerato e di conseguenza un aumento del 2.3 difosfoglicerato.
L’azione di questa sostanza è estremamente interessante circa gli effetti terapeutici dell’ozono: incrementa la cessione di ossigeno ai tessuti da parte dell’ Hb (Rokitansky, 1981).
Questo importante effetto, dimostrato sperimentalmente con emo-gasanalisi arteriose e venose, è molto significativo e mette in risalto che non è la maggiore ossigenazione del sangue arterioso ottenibile con l’ozonizzazione la responsabile degli effetti benefici, ma bensì l’incremento di cessione d’ossigeno ai tessuti da parte dei globuli rossi, per le diverse modificazioni ricordate.
Quest’aumento di ossigenazione ai tessuti, d’importanza fondamentale per il trattamento delle vasculopatie ischemiche, è ottenibile solo con l’ozono. Nessun farmaco, in grado di fornire risultati analoghi, è oggi a nostra disposizione.
Come è noto, la deformabilità, la tendenza all’impilamento ed il numero dei globuli rossi condizionano in modo determinante il flusso sanguigno. Ciò specie nei piccoli vasi ove la velocità di scorrimento è bassa. Nei casi di patologia ostruttiva vascolare, di natura aterosclerotica o trombotica, la velocità di flusso diminuisce ulteriormente, specie se la viscosità ematica è elevata.
Gli effetti biochimici dell’ozono sul sangue rendono comprensibile perché l’angiologia sia oggi considerato uno dei campi migliori per l’applicazione dell’ozono, ed infatti nella medicina umana si va sempre più diffondendo l’impiego di ossigeno-ozonoterapia nel trattamento delle patologie del circolo, sia venoso che arterioso.
Forti di queste esperienze (Rokitansky, 1977.1981; Mattassi 1980.01985 ed altri), si è ritenuto di utilizzare l’ozonoterapia anche in campo veterinario per le patologie similari nel cavallo, quali l’osteite navicolare – patogeneticamente inquadrata come un’arteriopatia tromboischemica – e l’endoarterite trombotica delle arterie iliache esterne.

MATERIALI E METODI

La nostra casistica comprende 10 cavalli atleti (9 da sella ed 1 trottatore) di cui 8 affetti da osteite navicolare e 2 da endoarterite trombotica da larve di Strongili all’a. Iliaca est.
L’età è variabile da 6 a 12 anni, con una media di 8.2 = 2.2: Per quanto riguarda il sesso, sono presenti 5 femmine, 2 maschi, e 3 castroni.Le razze sono variamente rappresentate.
Come schema di trattamento si sono eseguite le indicazioni acquisite dalla medicina umana.
L’autoemoterapia ozonizzata è stata effettuata ad intervalli di due-tre giorni l’una dall’altra, per una somma totale di 10-12 interventi e variando le concentrazioni di ozono per saggiare la risposta malati.
La metodica impiegata è quella della grande autoemoterapia ozonizzata iperbarica secondo Kieff. Questa tecnica consiste nel prelevare ogni volta ml. 250 di sangue venoso, ozonizzarlo con miscela ossigeno+ozono a concentrazione variante da 26 a 50 microg/ml e reinfondere il sangue immediatamente.
Nel nostro caso, ogni ciclo di autoemoterapia è stato ripetuto quattro volte per ottenere l’ozonizzazione di ml 1000 di sangue. Per ogni soggetto sottoposto ad infusioni di ossigeno+ozono a concentrazioni variabili di (g 26-50/ml, il quantitativo totale di ozono è risultato di ml 8000-12800 di gas.
Per il trattamento si è utilizzata un’apposita apparecchiatura elettronica computerizzata, la quale permette di effettuare tutti i passaggi (prelievo di sangue, ozonizzazione e reinfusione) a circuito chiuso e a depressione/pressione controllate.

RISULTATI E CONCLUSIONI

Seguendo lo schema terapeutico indicato, i risultati ottenuti con la grande autoemoterapia ozonizzata possono considerarsi, nel loro complesso, altamente positivi.
Infatti nel gruppo dei cavalli navicolitici 7 soggetti su 8 hanno recuperato una piena attività atletica, recupero persistente al controllo dopo un anno.
L’unico cavallo di questo gruppo che non ha risposto appieno al trattamento, ha avuto una remissione del quadro sintomatologico di circa il 70%.
I 2 cavalli con endoarterite e trombosi delle iliache da larve di Strongili sono anch’essi perfettamente guariti.
E’ ovvio che all’autoemoterapia ozonizzata si è dovuto associare un idoneo trattamento antielmintico (Ivermectina).
Fra gli effetti collaterali, è da segnalare che in un soggetto si è manifestata una crisi ipoglicemica 10 minuti dopo l’autoemoterapia. Questo stato ipoglicemico acuto, determinato dall’azione glicotica intensa dell’ozono, è stato immediatamente posto sotto controllo e superato senza alcun problema.
Al termine di questa prima serie di indagini, che rappresenta solo una fase preliminare di approccio verso una delle applicazioni terapeutiche dell’ozono, non si possono certo trarre delle conclusioni definitive, dal momento che la casistica è insufficiente.
Malgrado ciò, questi primi dati forniscono un orientamento molto significativo ed incoraggiano a proseguire la ricerca, con la possibilità anche di ampliare l’utilizzo dell’ozono in campi di applicazione diversi della terapeutica.

OZONIZED HEMOTERAPY FOR THE TREATMENT
OF SOME ISCHEMICAL ARTERIOPHATIES OF THE HORSE
(NAVICULAR OSTEITIS, EST A. ILIAC THROMBOSIS)
Institute of Clinical Surgical Veterinary, University of Parma
Pezzoli G., Poldi expert in Physio-kinesitherapy of Parma’ University, Valeriani P. Freelance Veterinary Of Reggio Emilia, Ciamponi R.

The Ozone is a natural gas present in various layers of the atmosphere, to which many important effects are attributed, both physical-chemical nature and biochemistry. First of all the absorption power of the u.v. solar rays which makes this an atmospheric component of fundamental benefit for the organic life on the earth. To the biochemical level the ozone acting will develop directly on the coenzymes and on the organic substance, expressing then on the three fundamental lines of the metabolism: lipids, carbohydrate and proteins.
These different interactions of the ozone with the metabolism are able to cause different reactions to the hematic level, with various effects whether on the corpuscular side or on the plasma.
Particularly important is the action on the erythrocytes , on which the ozone gives rise to the oxidisation process (peroxydation) with an increase of the negative charge of the erythrocyte membrane.
Moreover the shortening of the lipid chains, always to this level, gives rise as result to a phenomenon of “relaxation” of the molecular structure of the membrane. This relaxation, added to the increase of the negative charge, has a considerable influence on the haematic viscosity.
The ozone as well as on the membrane, operate on the intra-cell metabolism of the erythrocytes, in particular accelerating the glycolysis due to the coenzyme NADH oxidisation . This involves a better production of 1.3 wax difostogli and consequently an increase of the 2.3. diphosphoglycerate.
The action of this substance is extremely interesting for the ozone therapeutic effects : it increase the transfer of oxygen to the tissues from Hb (Rokitansky, 1981).
This important effect, tested with arterials and venous hemo-gas-analysis , is very meaningful and brings out that the responsible of the beneficent effects is not the best oxygenation of the arterial blood obtainable with the ozonization, but the increasing of the oxygen transfer to the tissues from the red corpuscles, due to the different modifications remembered.
This increase of the oxygenation to the tissues, of fundamental importance for the treatment of ischemic vascular disease, is only obtainable with the ozone. No medicine is able to furnish similar results, is today to our disposal.
As known, the deformability, the tendence to stack and the number of red corpuscles influences the blood flow in a conclusive way. This, above all, in the small vessels where the speed of flowing is low. In the cases of obstructive vascular pathology, of atherosclerotic or thrombotic nature, the speed of the flow further decreases, particularly if the haematic viscosity is high. The biochemical effects of the ozone on the blood makes comprehensible the reason why the angiology is today considered one of best fields for the ozone application, in fact in the human medicine is more and more spreading the use of oxygen-ozonotherapy for the treatment of the circle pathologies, both venous and arterial. Confident of these experiences (Rokitansky, 1977.1981; Mattassi 1980.01985 and others), they also decided to use the ozonotherapy in the veterinary branch for the similar pathologies of the horse , as for example the navicular osteitis – patogenetically classified as an thrombo-ischemic artheriopaty – and the thrombotic endarteritis of the external iliac arteries.

MATERIALS AND METHODS

Our survey include 10 athletic horses (9 saddle-horses and 1 trot-horse) which 8 suffering from navicular osteitis and 2 afflicted with thrombotic endarteritis due to Strongili larvas to the East a. Iliac.
The age is variable from 6 to 12 years, with an average of 8.2 = 2.2: as concern the sex, are present 5 females, 2 males, and 3 gelded. The breeds are variously represented.
As treatment plan are followed the instructions acquired from human medicine. The ozonized auto hemoterapy was effected at an interval of two-three days each other, to a total of 10-12 operations and changing the concentration of ozone in order to test the reaction of the patients.
The utilised methods is made of the big ozonized hyperbaric auto hemoterapy according to Kieff opinion. This technique consists to withdraw each time ml. 250 of venous blood sample, ozonize it with a mixture oxygen +ozone of variable concentration from 26 to 50 microg/ml and to immediately inject it again.
In our case, each auto hemoterapy cycle was repeated four times to get the ozonization of ml 1000 of blood. For each subject submitted to infusions of oxygen +ozone to variable concentration of g 26-50/ml, the resulted total quantity of ozone was ml 8000-12800 of gas.
For the treatment was used an electronic computerized apparatus, which allows to effect all the passages (blood withdrawal, ozonization, and blood reinstatement) to closed circuit and to controlled depression/pression.

RESULTS AND CONCLUSIONS

Following the right therapeutic scheme, the results obtained with the big auto ozonised hemoterapy could be considered, in their complex, highly positive.
In fact in the group of the horses suffering from navicular osteitis, 7 subjects on 8 recovered a full athletic activity, recovery persistent to the checkup after a year.
The only horse of this group who has not totally reacted to the treatment, had a remission of the sympthomathologycal picture of 70%.
The 2 Horses afflicted with endarteritis and iliacs thrombosis due to Strongili larvas are also perfectly recovered.
Obviously, the auto ozonized hemoterapy was associated to a suitable anthelmintic treatment (Ivermectina).
Amongst the side effects, is to be reported that an hypoglicemic fit has been revealed a in a subject 10 minutes after the auto hemoterapy. This acute hypoglicemic state, due to the deep glicotic action of the ozone, was immediately placed under control and passed without any problem.
At the end of this first series of surveys, that represents only a preliminary phase of the approach towards one of the therapeutic applications of the ozone, certainly we are not able to draw the definitive conclusions, given that the survey is insufficient. Despite that, these first data furnish a very meaningful orientation and encourage us to continue the research, also with the possibility of widen the ozone utilization in other fields of different therapeutic applications.

Esperienze con Autoemoterapia ozonizzata nel trattamento della mastite bovina.
Dott. Mario Luppi. Veterinario

Le esperienze di seguito riportate sono frutto dell’attività professionale svolta dal 1994 al 1996, che ha visto il trattamento di circa 500 capi adulti in lattazione affetti prevalentemente da forme sub-cliniche di mastite evidenziabile solitamente attraverso la conta cellulare del latte.

Tali soggetti appartenenti a 8 diversi allevamenti dei quali sei in zona Parmigiano-Reggiano e due in zona Grana Padano, sono stati trattati con la metodica della grande autoemoterapia ozonizzata senza però porsi nell’ottica di fornire dati utili per un’indagine statistica.

Le bovine trattate con la metodica dell’autoemoterapia ozonizzata, includevano tanto soggetti mai trattati con antibiotici quanto soggetti già sottoposti a terapia antibiotica ma nei quali persisteva però una elevata conta cellulare del latte dopo 15 giorni dalla fine del trattamento.

La conta cellulare solitamente considerata è quella dell’Associazione Provinciale Allevatori (APA) che mensilmente viene eseguita su ciascuna bovina o in assenza di questa, si è proveduto ad evidenziare una possibile leucocitosi del latte mediante California Mastytis Test (CMT).

A completamento di un elevato contenuto cellulare del latte sono stati inoltre eseguiti periodicamente esami batteriologici presso Zooprofilatici o laboratori privati, allo scopo di identificare i patogeni aziendali dominanti ed ottenere dall’Antibiogramma informazioni terapeutiche.

I patogeni aziendali riscontrati con maggior frequenza sono stati :
Streptococco Urbanis, Streptococco Agolactiae, Streptococco Disgolactiae, Stafilococco Aureus, Coli.

Verso ciascuno di questi patogeni si sono evidenziati gradi diversi di successo terapeutico.
La metodica impiegata è quella della grande autoemoterapia ozonizzata iperbarica secondo Kieff.

Una volta identificati i soggetti con conta cellulare elevate nel latte, si è dalla vena giugulare o dalla vena mammaria una quantità di sangue variabile fra 1000 e 2000 cc. in un unico momento oppure in due riprese a seconda del quantitativo deciso; si è quindi restituito il sangue immediatamente dopo avervi fatto passare una miscela O2/O3 ad una concentrazione di 26/50 hg per ml.

Così facendo si stima che ogni soggetto riceve una quantità di O3 variabile dai 10 ai 20 mg. Per ogni ciclo da 1lt. di sangue.

I risultati ottenuti sono stati complessivamente molto buoni seppure con il necessario distinguo.

In particolare nelle infezioni da Streptococco Agolactiae si sono avute le risposte più contrastate con un miglioramento iniziale del quadro clinico mammario cui spesso seguiva però un ritorno alla precedente situazione. L’autore ritiene che ciò sia dovuto alla continua reinfezione che potrebbe insorgere con la mungitura tanto da anulare l’andamento positivo dell’infezione indotto dall’ozono.

Migliori risultati si sono ottenuti per patogeni quali Aureus e Uberis verso i quali la conta cellulare si è normalizzata in circa il 70% dei casi dopo un ciclo di ozonizzazione e nell’ 80% dopo un secondo ciclo distanziatodal precedente di pochi giorni.

La restante percentuale dei soggetti non sembra influenzata dal trattamento con autoemotrasfusione ozonizzata per i motivi più vari fra qui il più riscontrato è stata la presenza di sequestri endomammari rinvenibili alla palpazione mammale, segno evidente di una cronicità poco modificabile.

Una nota positiva è indubbiamente il trattamento delle forme acute per le quali i successi sono veramente elevati ma per le quali il riscontro numerico in allevamento offre poche opportunità di intervento.