OZONO IN MEDICINA – ALTRI DOCUMENTI

IMPIEGO DELL’OZONO NEI CASI DI CANCRENA E DI ULCERE VARICOSE

Nei casi di membra in cancrena, quando non è opportuno operare immediatamente, il fetore, che si svolge dalla cancrena, è così sgradevole sia per i pazienti che per il personale, si può limitare con l’impiego dell’ozono. Sperimentalmente si è dimostrato che il miglior metodo per ottenere una sufficiente concentrazione di ozono vicino alla zona cancrenosa è il seguente: racchiudere l’arto infetto in un sacco di polietilene, entro cui si manda l’ozono, chiudere la bocca del sacco con un nastro di cellulosa. I sacchi di polietilene si sterilizzano facendoli attraversare dall’ozono, dato che il passaggio all’autoclave ha effetti dannosi sul polietilene. Per il rifornimento di ozono, si è messo a punto un apparecchio speciale: si tratta di un ozonizzatore portatile, che si può collegare a qualsiasi adatta presa di corrente elettrica. Sostanzialmente, è un ozonizzatore che, unito ad una piccola pompa d’aria, genera un flusso di aria ozonizzata sterile. La capacità massima è di 35 mg di ozono/ora. All’uscita dell’ozonizzatore si attacca un lungo tubo flessibile resistente all’ozono, in modo da poter convogliare l’aria ozonizzata nel sacco di polietilene. Questo ozonizzatore presenta sicurezza di impiego e non è alla portata del paziente. La pressione positiva dovuta all’ozono gonfia il sacco di polietilene, tenendolo lontano dalla zona infetta. Può essere necessario l’impiego di cinghie per tenere l’arto fuori dal letto, se si deve tener conto anche dell’aspetto del muscolo flessore del piede o della gamba. Il metodo si è dimostrato efficace per eliminare gli odori sgradevoli provenienti da cancrene e da fetide ulcere varicose.

IMPIEGHI TERAPEUTICI

Mentre con questa tecnica si impiegava l’ozono per limitare gli odori sgradevoli, si è trovato che la zona cancrenosa tendeva a migliorare, e che le fetide ulcere varicose cominciavano a guarire. Si è allora fatta una ricerca bibliografica sulle proprietà terapeutiche dell’ozono: si è trovato qualche relazione, dovuta a Neff e altri. Stante l’andamento variabile della cancrena senile, è difficile valutare l’effetto terapeutico dell’ozono; il processo necrotico, però, è per lo meno ritardato, e talora arrestato: le condizioni generali del paziente possono migliorare tanto da permettere , se necessaria, l’amputazione. Buoni risultati ha dato l’impiego dell’ozono nei casi di ulcere varicose infette. Si sono fatte delle esperienze controllate su pazienti di ulcerazioni ad entrambe le gambe. Una gamba è stata trattata con metodi convenzionali, e l’altra con la tecnica del sacco di polietilene. Nel caso della gamba trattata con ozono, è stata posta rapidamente sotto controllo la perdita di siero, cosa seria in una persona vecchia già debilitata. Nella maggior parte dei casi, purché si prendessero misure per ridurre al minimo l’edema dell’arto, si sviluppava una superficie nuova e l’ulcerazione cominciava a epitalializzarsi. Se la zona da ricoprire con pelle nuova era molto grande, la superficie generata con il metodo dell’ozono era adatta per effettuare l’innesto di pelle.